Oreste Benzi nasce il 7 settembre 1925 a Sant’Andrea in Casale, piccola frazione del comune di San Clemente, nelle campagne riminesi, in una povera famiglia contadina, sesto di nove figli. All’età di 12 anni entra in seminario e il 29 giugno 1949 viene ordinato sacerdote. Fin da subito si dedica con entusiasmo ai giovani, in particolare ai preadolescenti, per far fare loro un incontro simpatico con Cristo.
Prima vice-assistente e poi, nel 1952, assistente della Gioventù Cattolica di Rimini, dal 1954 diventa anche direttore spirituale nel seminario di Rimini per i giovani dai 12 ai 17 anni.
Nel 1961 inaugura nello scenario stupendo delle Dolomiti una casa di vacanze ad Alba di Canazei (TN), per far fare loro l’esperienza dell’incontro con Dio.
Proprio lì a “Casa Madonna delle Vette”, nel settembre 1968, si svolge la prima vacanza di condivisione con giovani e persone portatrici di handicap fisico e psichico, allora definiti spastici: là dove siamo noi, lì anche loro. Nasce la Comunità Papa Giovanni XXIII che qualche anno dopo, nel luglio 1973, concretizzerà con l’apertura della prima casa famiglia a Coriano (RN), la specifica vocazione donata dallo Spirito a don Oreste e ai primi membri dell’Associazione. Nel 1968 diventa anche parroco della nuova parrocchia La Resurrezione, nella prima periferia di Rimini, dove assieme ad altri tre sacerdoti dà vita a una innovativa esperienza pastorale.
Fare famiglia d’altronde connota tutta la sua prorompente attività che si allarga a sempre nuovi campi d’azione: nei primi anni 80 la promozione dell’affidamento familiare per dare una famiglia a chi non ce l’ha, l’apertura della prima comunità di recupero per tossicodipendenti; l’azione a favore dei carcerati, fino al 1986 quando con immensa gioia inaugura in Zambia la prima casa famiglia in terra di missione.
Coinvolto in tante battaglie per la difesa della dignità di ogni uomo e ogni donna, talvolta impopolari come quella per il popolo rom e sinto, diventa un personaggio pubblico, specie a partire dai primi anni 90 quando inizia il suo impegno per liberare le donne vittime di tratta e costrette alla prostituzione.
Innamorato della Chiesa, gioisce per il riconoscimento pontificio definitivo concesso alla Comunità nel marzo 2004 da parte di papa Giovanni Paolo II. Nonostante l’avanzare degli anni, percorre migliaia di chilometri sempre con la sua tonaca lisa fino alla notte del 2 novembre 2007, quando chiude gli occhi a questa terra per aprirsi all’infinito di Dio.