Notizie preoccupanti ci giungono dal Burundi.
	Siamo riusciti, con mille difficoltà, a metterci in contatto con Digne, la responsabile della Casa Famiglia “Kaze Yezu” (Benvenuto Gesù), aperta poco più di due anni fa nella capitale Bujumbura. Fortunatamente, lei e gli 11 bambini accolti stanno bene e nessuno è rimasto ferito negli scontri esplosi nel Paese nelle scorse settimane, in seguito ad un tentativo di colpo di stato militare. Il rischio di una guerra civile è molto alto, le elezioni sono rimandate e si vive nel terrore.
	Nel Paese almeno 70 persone sono morte, circa 500 sono rimaste ferite e più di 1.000 sono state rinchiuse in carcere dalla fine di aprile. I profughi sono 60.000.
	La situazione che ci ha raccontato Digne è davvero drammatica: lei e i bambini sono rimasti chiusi in casa per giorni, senza acqua e nell’impossibilità di reperire qualsiasi genere di prima necessità. Fuori solo spari, esplosioni e morti.
	Ora Digne e Padre Pascal, le due figure di riferimento della casa famiglia, hanno mandato i bambini sulle montagne, da parenti o amici, per metterli al sicuro e tenerli lontani dalla città, dove gli scontri sono continui. Avendo vissuto entrambi molto tempo in Italia, potrebbero andarsene, scappare, ma non vogliono farlo: “assolutamente no, ci sono i bambini e la nostra vita è qua”, ci hanno risposto.
	Restiamo loro vicini con un pensiero, perché gli scontri finiscano al più presto, e i bambini possano tornare nella loro famiglia, al sicuro e con la serenità di un futuro di pace in cui crescere.