«La legge sull'aborto è iniqua, come ogni legge che permette l'uccisione di un essere umano, quali la pena di morte e l'interruzione dell'idratazione e alimentazione per le persone in cosiddetto stato vegetativo. Da 40 anni nessuno si è più preoccupato non solo dei bimbi ma neppure delle donne. Fu invocata per la liberazione della donna ma dietro a questi slogan si celava l'inganno. Don Benzi diceva che l'aborto provoca sempre due vittime: il bimbo mortalmente, la mamma per sempre».
E' quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla Legge 194 di cui ricorre il 40° anniversario.
«Una delle emergenze odierne è l'incontrollata diffusione di pillole spacciate come contraccettive ma che hanno effetti abortivi. Molti giovani cadono in questo tranello, ignari delle pericolose conseguenze. - continua Ramonda - L'Italia ha bisogno di aiuti alle gestanti, oggi sempre più sole e spinte a disfarsi del figlio da una società abortista: lavoro, aiuti economici e materiali, protezione da chi le vuole far abortire»
«Ricordo il caso di Marcellina, una ragazza madre con una lieve insufficienza mentale. - conclude Ramonda - Per tre volte le consigliarono di abortire ma lei diede alla luce quattro figli, tutti andati in adozione. Qualche anno fa, una delle figlie, dopo un'interminabile ricerca, arrivò a trovare sua madre. Voleva dirle grazie per il dono della vita».
La Comunità Papa Giovanni XXIII dal 1997 opera al fianco delle donne che vivono una maternità difficile. Le gestanti sono accompagnate al fine di rimuovere le cause che le porterebbero ad abortire.